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  • Smettere di sentirsi “meno”: come ho trasformato le mie relazioni e ritrovato il mio valore

Introduzione

Ti è mai capitato di sentirti "meno importante" nelle relazioni? Di non riuscire a chiedere ciò che ti serve per paura di essere giudicata o di disturbare?
Anche io ci sono passata.


In questo articolo ti racconto come ho attraversato — e superato — questa dinamica, grazie a un percorso profondo di consapevolezza e di counseling. Se ti riconosci in queste parole, continua a leggere: potresti essere all’inizio di un cambiamento importante.

 

Il copione del “non disturbare”: quando il valore personale viene messo da parte

Per molto tempo, senza rendermene conto, ho costruito relazioni (professionali, amicali, sociali) in cui mi adattavo fin troppo.
Ero gentile, paziente, accomodante.
Ma sotto quella gentilezza c’era la paura: “Se esprimo un bisogno, se dico no, perderò l’affetto degli altri.”

Questo è un esempio classico di quello che in Analisi Transazionale si chiama copione di vita.
Nel mio caso: “Per essere amata, devo essere invisibile.”

 

Il bambino interiore e la radice del sentirsi “meno”

Grazie al counseling ho riconosciuto che questa convinzione veniva da molto lontano.
Dentro ognuno di noi esiste una parte bambina che conserva le emozioni non elaborate. La mia ripeteva: “Non disturbare. Adattati.”

 

Da adulta, questo mi portava a:

 

  • sopportare situazioni ingiuste sul lavoro;
  • non esprimere liberamente i miei bisogni con gli amici;
  • scusarmi per emozioni del tutto legittime.

 

Il risultato? Un costante senso di non contare abbastanza.

 

Il cambiamento: dire “basta” e iniziare a scegliere me stessa

Il cambiamento è iniziato quando ho deciso di interrompere una collaborazione professionale con una persona che non stava rispettando gli accordi.
In passato avrei aspettato, giustificato, sopportato.
Quella volta ho detto basta.
E ho provato un grande sollievo.

 

Poco dopo, in un’amicizia importante, ho fatto presente con rispetto il mio bisogno di maggiore reciprocità. Anche lì ho ricevuto una risposta difensiva. Ma questa volta non ho insistito. Ho ascoltato me. E ho lasciato che il legame trovasse da solo la sua direzione.

 

Riscoprire la forza interiore: il “no” come atto d’amore

Ogni “no” che ho imparato a dire non è stato una chiusura, ma un atto d’amore verso me stessa.
E col tempo, qualcosa è cambiato:

 

  • Ho smesso di rincorrere chi non mi vedeva.
  • Ho iniziato a camminare accanto a chi mi sceglieva davvero.
  • Ho imparato che non devo meritarmi il diritto di esistere.
  • Ho imparato ad esprimere i miei bisogni con assertività.

 

Questo, ovviamente, non è un percorso che si fa in un giorno. Ma è un cammino che si può iniziare — e che vale la pena di intraprendere.

 

Il ruolo del counseling nel mio percorso

Il supporto di una professionista del counseling è stato fondamentale per:

  • individuare i miei copioni interiori,
  • ascoltare la mia voce autentica,
  • trasformare relazioni faticose e sbilanciate in occasioni di crescita.

 

Il counselor non dà soluzioni pronte, ma crea uno spazio sicuro in cui puoi rimettere insieme i pezzi della tua storia e scegliere nuove strade.

 

Se ti senti “meno”, non ignorarlo

Se ti sei rivista in queste parole, voglio dirti una cosa importante:
il disagio che provi è un segnale importante. E merita ascolto.

 

👉 Se senti che è il momento di iniziare un cambiamento,
👉 se vuoi uscire dalla dinamica del “non disturbare”,
👉 se vuoi iniziare a sceglierti davvero,

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È il primo passo per comprendere come posso accompagnarti nel tuo percorso di crescita personale, attraverso strumenti di counseling, ascolto empatico e strategie interiori efficaci.

 

Conclusione

Non sei sola.
Anche se oggi ti senti meno, invisibile o inascoltata, sappi che è possibile cambiare prospettiva.
Io l’ho fatto. E posso aiutarti a farlo anche tu.

 

Perché tu conti e meriti relazioni che ti vedano davvero.

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